L’avvio stagionale del Bologna non ha convinto tutti, ma il tempo per rimediare c’è, eccome.
Siamo solo a novembre ma c’è chi si è già fatto un’idea ben precisa della situazione.
A parlare, in un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, ci ha pensato Giacomo Cipriani, ex attaccante rossoblù.
Di lui i tifosi conservano un ottimo ricordo: per lui 75 presenze e 12 reti sotto le Due Torri.
Di seguito sono riportate le sue parole.
Sono rimasto un tifoso e da tifoso mi sembra manchi un giocatore di cui la piazza possa innamorarsi, il talento di qualità in cui identificarsi. Persi Arnautovic prima e Zirkzee poi, ma pure Saelemaekers e Calafiori, qualcosa in termini di qualità e fantasia è venuto meno.
L’idea che mi sono fatto è che vadano separate Europa e campionato. In serie A il Bologna sta facendo il suo, sta arrivando, ha una classifica consona, considerando che in estate ha perso giocatori importanti, allenatore e modo di giocare. Mi aspettavo potessero esserci delle difficoltà e in campionato le stai affrontando e stai crescendo. Ma la Champions ha un livello troppo alto e non aspetta e manca qualche giocatore che abbia familiarità con quel tipo di atmosfera e di partite, che le giochi con tranquillità e naturalezza.
Ragionando da tifoso dico che dopo un salto così grande, un giocatore pronto per la Champions, soprattutto in attacco, lo avrei preso. Si vede che siamo acerbi e, considerando che Castro e Dallinga sono di fatto al primo anno in Italia e in Champions, sarebbe strano il contrario. Poi però ragiono da addetto ai lavori: il Bologna non aveva mai centrato negli ultimi 20 anni una competizione Europea e forse non si aspettava di iniziare dalla Champions, dove il costo medio di un attaccante di quel livello è molto elevato. Cambia tutto e forse a livello di programma societario non erano pronti per alzare i conti a quel livello. Ha fatto delle scommesse, è ancora da vedere come andrà, perché tanto dalla Champions prima o poi esci, ma è il campionato che conta. Se entra in Europa la stagione diventa molto positiva, e ora è lì.
Il percorso di crescita. È chiaro che se qualcuno dei nuovi non esce le cose si fanno complicate, anche perché fino a fine gennaio, con la formula della nuova Champions, giochi ogni tre giorni. E poi ci sono le nazionali. Ma un altro aspetto determinante è quello mentale e psicologico. Perché perdere non fa bene ai giocatori, all’ambiente. Vieni da una stagione in cui tutto è andato oltre ogni più rosea aspettativa. Ora sei a pochi punti dall’alta classifica, ma hai perso con squadre di livello altissimo come Liverpool, Aston Villa e Monaco e sembra che le cose non vadano, ma non è così, perché il Bologna non è stato mai preso a pallate da nessuno e anche in Europa ha sempre giocato. Bisogna separare le due cose e non è facile. Soprattutto a livello interno.
La differenza di livello c’è. Hai cambiato allenatore, giocatori, non hai mai avuto Ferguson. Castro ha segnato tre reti, ma iniziano a prendergli le misure e dovrà fare un nuovo step, ma ha attitudine e indole e si sbatte moltissimo.
Deve dimostrare di avere carattere e cattiveria, per ora appare morbido. Ma pure Zirkzee faticò il primo anno. Se non esce da gennaio in avanti diventa un problema, per ora può ancora rientrare nei normali tempi di adattamento, considerando che è al primo anno. Chiaro, se un tifoso si aspettava l’arrivo di un giocatore pronto e forte subito si crea un problema di vedute.
Moltissimo. Un anno fa avevi Zirkzee che si abbassava, creava gioco per gli inserimenti di centrocampisti ed esterni. Ora hai un gioco più verticale, con una difesa più alta e aggressiva che inizia adesso a registrarsi. È un gioco meno votato al possesso e al coinvolgimento dei centrocampista, che va alla ricerca degli esterni. Cambia il mondo, anche per le punte. Creiamo, ma ci manca ancora qualcosa. In campionato però abbiamo fatto passi avanti.
Partiamo da un presupposto: lo scorso anno è irripetibile. Napoli e Lazio sono tornate, Milan, Inter, Juventus e Atalanta ci sono sempre e la Fiorentina è la sorpresa per ora. Ma se riesci a rimanere lì, se Castro e Dallinga crescono, ritrovi Ferguson sì: te la giochi per l’Europa anche quest’anno. E rimanere in Europa o Conference League è fondamentale per la crescita di giocatori e club. Ma serve che si ritrovi Casale: lo conosco, non può essere quello che abbiamo visto fin qui.
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