Cagliari-Bologna, il doppio ex Bisoli: “A Bologna meritavo più tempo. Italiano venne a vedermi”

L’ex calciatore e allenatore Pierpaolo Bisoli è passato anche per Cagliari che Bologna e, in vista del prossimo match di Serie A, ha deciso di raccontare la sua storia nelle due squadre

Ex entrocampista di grande corsa, Pierpaolo Bisoli ha giocato ben 6 stagioni nel Cagliari, raggiungendo 164 presenze e 5 gol. Con i sardi ha giocato anche la Coppa Uefa 1993/94 per poi ritirarsi nel 2003 dopo una carriera prevalentemente disputata nelle serie minori.

Oggi di ruolo fa l’allenatore, mestiere per cui ha incrociato anche il Bologna (2011) in un’esperienza deludente. Oggi – dopo le avventure in Serie B con Modena e Brescia – si è preso una pausa e si gode la casa vista mare di Cesenatico.

Bologna-Cagliari, il doppio ex Bisoli: “I felsinei dovevano darmi più tempo”

Intervistato dal Resto del Carlino, Pierpaolo Bisoli ha scelto di partire dalla fine: le sue ultime esperienze in Serie B con Modena e Brescia.

In tutte le piazze in cui ho allenato non sono mai stati i risultati a condannarmi. A Modena sì: un allenatore deve portare i risultati e un inizio di stagione da 11 punti in 12 partite (serie B 2024-25, ndr) giustificava il mio esonero. Poi mi ha chiamato il Brescia e mi ha cacciato dopo sette partite: sei pareggi e una sconfitta, dimmi tu…

Non certo quanto quelle raccontate da Bisoli, ma le partenze sembrano essere un tasto dolente per un altro allenatore: Vincenzo Italiano. Qual è il suo pensiero sull’allenatore del Bologna?

Bravissimo: lo dice il suo percorso e lo conferma quello che sta facendo col Bologna. Fino a qualche anno fa vincere una Coppa Italia a Bologna era inimmaginabile. Lui c’è riuscito e adesso è sulla strada giusta per fare un’altra grande stagione.
Aveva già idee di calcio quando venne a vedere i miei allenamenti qualche anno fa. lo allenavo il Padova, lui aveva una panchina in D (l’Arzignano Valchiampo, nel 2017-18, ndr). Anche lui è un passionale, in panchina si agita, mi ricorda un po’… Bisoli. Però alt coi paragoni, io con lui non c’entro niente.

In che senso? Beh, io non c’entro niente con la serie A. In A mi hanno dato una panchina tre volte e tre volte mi hanno esonerato: significa che non sono da A. lo sono un allenatore da serie B e da serie C, ma se mi volto indietro sono contento perché partendo dalla Promozione, col Porretta, sono arrivato in alto facendo tutto da solo. E senza il procuratore.

L’esperienza a Bologna: 5 partite deludenti a inizio stagione 2011-12.

Sapevo di avere una buona squadra, sennò a maggio non avrebbe chiuso a 51 punti (col subentrante Pioli, ndr). La famosa preparazione dura di Bisoli? Sì, l’ho fatta: all’inizio avevamo le gambe imballate ma credo che a gioco lungo quel mio lavoro abbia dato benefici. Serviva un po’ di pazienza, ma va bene ugualmente: sono andato via con la coscienza pulita, dopo aver portato un certo Alino Diamanti.

Ma il cuore è rimasto a Cagliari, ai tempi di quando ancora giocava:

Sei anni indimenticabili e quella cavalcata fino a una semifinale di Coppa Uefa che ha fatto entrare quella squadra nel cuore della gente: dopo il Cagliari scudettato di Gigi Riva per i tifosi viene il Cagliari che è arrivata a un passo da una finale in Coppa Uefa.

Pierpaolo Bisoli ai tempi del Bologna
Cagliari-Bologna, il doppio ex Bisoli: “A Bologna meritavo più tempo. Italiano venne a vedermi”. BolognaSportNews (Photo by Gabriele Guerra / Iguana Press/Getty Images Via OneFootball)

Tornando a oggi: le due squadre rossoblù e la nuova vita di Bisoli

A Cagliari hanno fatto una scommessa su un allenatore giovane come Pisacane e la stanno vincendo. Conosco la passione del presidente e so bene che spinta possono dare i tifosi.

Anche a Bologna l’ambiente è un valore aggiunto. E lo è anche vedere Orsolini e Cambiaghi in nazionale.

Oggi mister Bisoli si gode il mare di Cesenatico direttamente dalla finestra di casa sua, ma più che scrutare i paesaggi della riviera, forse, vorrebbe osservare i campi da calcio:

lo aspetto una chiamata, perché ho ancora una grande voglia di trasmettere le mie idee a un gruppo. Chi mi prende sa quello che posso dare, anche perché dove sono stato ho sempre fatto il bene della società.

In attesa di un incarico al campo ci va per suo figlio Dimitri, centrocampista del Cesena.

Cesena è una pagina importantissima della mia carriera: non è un caso se ho scelto di vivere qui, dove ho conquistato tre promozioni. Mi fa piacere che oggi ci giochi mio figlio. E dico che questo Cesena ha tutto per arrivare tra le prime dieci.

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