Il mese di dicembre è stato decisamente magro per il Bologna: hanno inciso due fattori in particolare, ed all’orizzonte c’è un nuovo tour de force
Il Bologna impatta in casa con il Sassuolo e chiude il mese di dicembre con un bilancio magro, 2 punti in 4 partite. Tuttavia, la ‘crisi’ dei rossoblù – più sul piano dei risultati che del gioco in sé – nasce già prima dal momento che la squadra non vince in campionato dallo scorso 22 novembre.
L’unica consolazione arriva dal fronte coppe dove la squadra si è espressa meglio rispetto al campionato. Evidentemente nel DNA di questi ragazzi le grandi sfide di coppa stimolano la voglia di superarsi.
È questa la chiave di lettura sul rallentamento dei rossoblù in campionato? Non credo, o almeno non è l’unica. Certamente l’allenatore di Ribera (insieme a tutto lo staff) si è trovato ad affrontare una situazione infortuni inconsueta, lui stesso in conferenza stampa sottolinea un’anomalia inconfutabile: “Due infortuni alla clavicola non li avevo mai visti in una singola stagione”.
Bologna, problema infortuni: i numeri sono impietosi

Gli infortuni – a ragion veduta – sono quindi un’altra chiave di lettura su cui riflettere. Per ricorrere ai numeri dall’inizio della stagione – diciamo dal 1° agosto – il Club ha fatto i conti con ben 14 giocatori infortunati per un computo complessivo in settimane di lavoro di 71. Il dato si riferisce alle giornate di prognosi ufficiali che in alcuni casi differisce dal reale rientro del giocatore. L’esempio lo abbiamo con Immobile, a disposizione già da quasi tre settimane, ma nei fatti deve recuperare una condizione fisica accettabile per essere impiegato appieno.
Quindi, in modo grave si sono fermati Immobile, Freuler, Skorupski e Bernardeschi, altri si sono arresi a stop meno impegnativi ma determinanti alla causa: anche stare fuori un mesetto non è proprio una passeggiata. Fattore che ha condizionato la rotazione attuata dall’allenatore, essenziale per gestire la lunga stagione ripartita su 4 fronti, scesi a 3 a Supercoppa archiviata.
Attacco con le polveri bagnate: i “casi” Castro e Dallinga
Sta di fatto che il Bologna non vince in campionato dal 22 novembre – dicevo – giorno in cui si impose ad Udine 3-0, al netto della successiva pausa di campionato. Da allora in 4 partite i rossoblù si sono arresi in casa a Cremonese e Juventus (di fatto violata la fortezza “Dall’Ara”), pareggiato a Roma con la Lazio e in casa con il Sassuolo: 6 reti subite e 3 realizzate.
I gol subiti fanno pensare ad un reparto difensivo in difficoltà (anche ieri diversi errori) e i pochi gol realizzati denotano un attacco inceppato pur ruotando diversi attaccanti. Orsolini, in primis, non segna da tre turni (l’ultimo timbro contro Cremonese) ma non è il caso di buttare la croce addosso all’ala ascolana: sono infatti Castro e Dallinga a non essere incisivi. L’ultima volta del centrattacco argentino risale al 2 novembre scorso (doppietta a Parma), mentre l’olandese è stato re-attivo solo contro il Napoli il 9 novembre. Troppo poco.
Per fortuna i sussulti vincenti in dicembre arrivano dalle coppe, in Europa League con la vittoria a Vigo contro il Celta e in Supercoppa contro l’Inter. Non è poco – direte – ma non vieta a pensare che le cose non stanno andando come Italiano si auspicava (“il campionato prima di tutto”) e dietro la mancata vittoria di ieri (contro un bel Sassuolo, giovane ed intraprendente) si cela un aspetto: pur creando occasioni la squadra tende a spegnersi (chiamali se vuoi blackout) e chi subentra dalla panchina non riesce a sovvertire le sorti del match. Fatto sta che il Bologna è sceso di posizionamento in classifica, anche se ha una partita da recuperare con il Verona posticipata a causa della Supercoppa.
Bologna, altro che scudetto: incide fattore stanchezza

Sono il primo a non fasciarmi la testa, ma c’è un altro pensiero che mi fa pensare: parlare di scudetto non ha giovato a nessuno, allenatore compreso. Per l’amor di club, non punto il dito sul mister, ci mancherebbe altro, anche perché gli infortuni non sono addebitabili al lavoro fatto fin qui, ma evidentemente certi pensieri si dovrebbero soffocare in partenza.
In tema, mister Italiano ha giustamente eluso le domande dei media nazionali (sollecitato a parlare di scudetto) ma credo che una maggiore precisazione, tipo “evitiamo voli pindarici”, avrebbe posto l’accento laddove non si è messo. Invece, dopo la vittoria a Parma in Coppa Italia, la squadra ha giocato al ribasso anche per via delle assenze che costringono alcuni giocatori a fare gli straordinari, ma alla lunga distanza la stanchezza prevale e la lucidità viene meno. Sbaglierò, ma la stanchezza di Moro e Pobega è evidente.
A gennaio nuovo tour de force
Il Bologna visto contro il Sassuolo è stato vivace ma impreciso e improduttivo. Le occasioni create (16 tiri complessivi per i rossoblù di cui 5 in porta, contro gli 8 dei neroverdi di cui 5 in porta) non l’hanno premiato, ma quelle poche occasioni create dal Sassuolo e neutralizzate da Ravaglia devono far riflettere. Aggiungo un altro dato, le palle perse dai rossoblù sono il 16% e fa la differenza in una squadra ambiziosa come è il Bologna.
A gennaio – e concludo – l’ennesimo tour de force. Inter, Atalanta e Como sono brutti clienti, ma a seguire le altre partite con Verona, Fiorentina e Genoa non sono match scontati. In mezzo la partita di Europa League con il Celtic (22/01) e dopo il Genoa quella in esterna con il Maccabi di Tel Aiv, in Serbia alla TSC Arena di Bačka Topola.





