Seppur con gli undici assenti che hanno risposto alle chiamate delle proprie Nazionali, il Bologna targato Vincenzo Italiano sta proseguendo la preparazione alla sfida di sabato 14 settembre, quando alle ore 15 i rossoblù scenderanno in campo nell’anticipo al Sinigaglia di Como. Intanto, questa mattina, presso la sala stampa del centro tecnico Niccolò Galli, il neo acquisto Nicolò Casale ne ha approfittato per rispondere alle domande dei giornalisti nella sua conferenza stampa di presentazione. Queste le sue dichiarazioni.
Sto molto bene. Sicuramente complice la sosta i preparatori hanno deciso di prendersi qualche giorno in più, ma io sto benissimo. Ho giocato fino all’ultima partita con la Lazio poi ho avuto un leggero problema al polpaccio ma sono stato gestito benissimo. Dopo la sosta sarò pronto per giocare da subito.
Il primo anno alla Lazio è stato straordinario sotto tutti i punti di vista, nel secondo ho avuto problemi fisici e difficoltà ambientali che si sono create in città. Ho sentito il direttore Sartori e ho sentito subito una grande fiducia, era quello che mi mancava. Appena arrivato ho sentito una carica diversa. Ora ci sono da sistemare tante cose ma è normale con un cambio di allenatore, per di più ho saputo che non ha avuto diversi giocatori dal ritiro. Il mister lo conosco, i compagni anche e penso che questa sia una squadra forte.
Ho parlato con il mister e mi ha fatto capire cosa vuole lui a livello difensivo. In questi anni avendo cambiato tanti allenatori ho giocato in tutti i tipi di difese possibili. Qui cercherò di portare l’esperienza di questi anni, con la consapevolezza che so cosa chiede l’allenatore. Tre partite sono poche per giudicare, sono certo che adesso sistemeremo un po’ di cose.
Cercherò di portare tutto quello che ho imparato in questi anni. Avendo parlato con il mister ho capito perfettamente cosa chiede. Sicuramente posso aiutare i miei compagni stranieri appena arrivati. Le mie doti? Posso migliorare ancora su tante cose, ma mi sento sicuro nei duelli aerei e dalla mia ho anche forza fisica nel lungo.
Ho sentito dire che per me questo sia un passo indietro, ma non penso affatto che sia così. Sono in una società solida, in una squadra forte, che gioca la Champions League, con un bravo allenatore. Sono nel pieno della mia maturità e lo vedo come un passaggio importante di carriera. Sono sicuro che questa sia la piazza giusta dove tirare fuori quel qualcosa in più che mi consentirà di migliorare.
Prima giravano solo delle voci, ma la Lazio non ha mai aperto alla possibilità di un trasferimento. Poi mi sono reso conto che non c’era più la fiducia e ho parlato in prima persona con il direttore che mi ha mostrato tantissima fiducia e non ho esitato un attimo dal venire qui. Sono stato fortunato perché nonostante fossero gli ultimi giorni di mercato è stata una trattativa rapida.
Sicuramente è un sogno. La convocazione che c’era stata all’inizio della passata stagione mi aveva fatto accarezzare quel sogno. Purtroppo, sopratutto per colpa mia, è durato poco. Il mio obiettivo è riprendermi la convocazione.
È difficile paragonarsi ad altri giocatori. Non ho conosciuto personalmente Riccardo ma ovviamente in questi anni ho sentito parlare di lui. È stato sfortunato per gli infortuni che ha avuto ma nonostante questo ha dimostrato di arrivare qui in punta di piedi e diventare uno dei giocatori più importanti della Serie A. Nel nostro mondo può essere sia una cosa positiva sia negativa: basta quel poco per scalare una montagna difficile ma basta un attimo per tornare indietro. Un po’ come è successo a me nella scorsa stagione alla prima difficoltà della mia carriera. Non mi voglio paragonare a lui perché sarebbe sbagliato ma ho la possibilità di fare un grande campionato.
Se ne è parlato tanto in questi giorni. Nella mia breve carriera è sempre andato tutto bene, a salire. Invece mi sono ritrovato con difficoltà ambientali. Roma è una piazza particolare dal punto di vista mediatico. Non sentendo l’appoggio da parte di qualcuno mi sono ritrovato in un limbo dal quale non riuscivo ad uscire. Possono capitare queste annate, basta essere consapevoli delle proprie potenzialità e venirne fuori.
Il calcio europeo non è la Serie A, tutte le squadre sono forti e tutte hanno giocatori importanti. Non c’è mai nulla di facile e scontato anche quando giochi in stadi che all’apparenza sono semplici. Giocare la Champions League qui dove mancava da tanti anni porta grande soddisfazione: le squadre che fanno le coppe europee ogni anno non possono capire questa emozione. Io l’ho vissuta e ti trovi a vivere qualcosa di speciale.
Il primo anno alla Lazio lui mi aveva fortemente voluto ed è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad andare lì. Lui mi ha aiutato a completare le mie caratteristiche in fase difensiva, nell’attenzione, nella postura in campo e sulle palle inattive. Lo ringrazierò sempre per questo.
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