Dopo un inizio di stagione piuttosto disastroso, con la guida tecnica di Eusebio Di Francesco, l'Hellas Verona ha scelto un allenatore che potesse dare continuità al gioco e ai buonissimi risultati della precedente gestione Juric. Ecco quindi che la scelta è ricaduta su Igor Tudor, ex allenatore dell'Udinese e secondo nella Juventus 2020/21 targata Andrea Pirlo. Dal suo arrivo in panchina, la formazione veneta ha avuto un cambio di passo totale. Dopo le 3 sconfitte consecutive di inizio campionato, l'Hellas ha cominciato a macinare punti, arrivando a metà classifica e candidandosi tra quelle realtà che proveranno a lottare fino alla fine per la qualificazione in Conference League.
Basti pensare che la formazione scaligera è riuscita a superare la Roma, la Juventus e la Lazio, fermando il Napoli al Maradona per 1-1. All'opposto, è una squadra che ha perso qualche punto di troppo con le dirette concorrenti o addirittura contro formazioni posizionate nei bassifondi della Serie A. Ruolino di marcia che finora gli ha impedito di trovare quella continuità di rendimento decisiva per poter ambire a posizioni in classifica di rilievo. 

SISTEMA DI GIOCO

L'approccio tattico di Tudor prevede un calcio molto fisico, intenso e verticale. Sul modello di Juric, anche l'attuale tecnico del Verona predilige un grande lavoro in fase di non possesso palla, con l'obiettivo di togliere respiro alle manovre avversarie, difendendo e pressando sempre in avanti. Nonostante addii importanti nel mercato estivo, come quelli di Zaccagni, Dimarco, Silvestri, Lovato, l'Hellas è riuscita a rivitalizzare diversi calciatori, alzando il livello delle prestazioni individuali e collettive. 
L'assetto tattico di Tudor prevede la disposizione in campo secondo il modulo 1-3-4-2-1. I punti cardine della formazione scaligera sono il gioco sulle corsie esterne, il movimento continuo per creare spazi di inserimento e la grande abilità tecnica in rifinitura di calciatori come Caprari e Barak. Da sottolineare anche la ritrovata vena realizzativa dell'argentino Simeone

FASE DI POSSESSO PALLA

Il Verona generalmente costruisce coi 3 difensori più il portiere, tutti sempre molto attivi in fase di giro palla (immagine 1). 
Davanti a loro si propongono anche i due mediani, per avere almeno 5 uomini e la superiorità numerica posizionale in zona palla (nell'immagine 2 notiamo infatti un 5 contro 4). E' soprattutto la figura di Miguel Veloso a giocare un ruolo determinante in mezzo al campo in fase di regia. La sua abilità tecnica, intelligenza, unita a visione di gioco, fanno sì che il portoghese sia spesso cercato per far sviluppare l'azione. 

IMMAGINE 1 - Costruzione dal basso del Verona con la difesa più il portiere
IMMAGINE 2 - Costruzione con un 3+2 per avere superiorità numerica posizionale

Il Verona, però, non è una squadra particolarmente amante del possesso palla. Ha sì dei buoni palleggiatori e la capacità di uscire anche da situazione di pressione alta avversaria, ma l'obiettivo di Tudor è ricercare il prima possibile la verticalità. Il reparto offensivo è infatti dotato di calciatori con grandi abilità nell'attaccare la profondità e allo stesso tempo di andare in 1 contro 1. Come vediamo nella breve sequenza di immagini 3 e 4 il possessore della sfera, Gunter, sta portando il pallone per attirare su di sé la pressione avversaria. Anche Veloso gli si avvicina con lo scopo di far accorciare il Sassuolo. Il movimento del portoghese è fondamentale per liberare spazio. L'Hellas tiene preventivamente in avanti i tre calciatori più offensivi, ovvero Caprari, Simeone e Barak
Gunter, infatti, appena vede spazio, cerca subito la verticale con un lancio verso Caprari che sfilandosi sulla corsia di sinistra può scappare verso la porta avversaria. Il Sassuolo si trova improvvisamente costretto a correre all'indietro, con Simeone e Barak pronti ad andare a riempire l'area di rigore, anche per portare via marcatori a Caprari che può poi andare a puntare nell'uno contro uno. Sul lato opposto attacca il secondo palo anche Depaoli

IMMAGINE 3 - Gunter in possesso di palla, con la complicità di Veloso attira fuori il Sassuolo per liberare spazio.
IMMAGINE 4 - Successivamente Gunter pesca la verticale in profondità per Caprari che può andare ad attaccare la linea avversaria

Un altro sviluppo del gioco di Tudor è il lancio lungo direttamente su Simeone, il cosiddetto attacco diretto. L'attaccante argentino ha infatti un ruolo cruciale nel gioco dell'Hellas Verona, e si sta dimostrando un attaccante totale. I suoi movimenti continui per non dare riferimenti ai difensori avversari, così come il saper giocare spalle alla porta e in profondità, si stanno dimostrando veramente decisivi. Non è un caso, infatti, che l'ex centravanti di Genoa e Fiorentina stia ritrovando una certa confidenza con il gol. 

L'Hellas, inoltre, ha tra le sue corde la possibilità di sfruttare con continuità le corsie esterne, giocando e creando densità su un lato per poi attaccare quello opposto. Difatti sia Lazovic che Depaoli sono sempre molto attivi e sfornano 1 vs 1 e cross a ripetizione, soprattutto il serbo. 
L'obiettivo del calcio di Juric è specialmente liberare i due fantasisti Caprari e Barak nell'andare a puntare direttamente la difesa avversaria. Il primo ha grande rapidità e abilità nel dribbling, il secondo si sta dimostrando molto forte nell'ultimo passaggio e nel dare imprevedibilità alle giocate. Sono soprattutto loro i pericoli numeri 1 a cui il Bologna dovrà fare grandissima attenzione.

FASE DI NON POSSESSO PALLA

Una delle prerogative del Verona di Tudor è portare un forte pressing fin dal primo sviluppo di gioco degli avversari. Si cerca infatti di pressare in avanti in maniera continua per chiudere tutte le prime linee di passaggio avversarie. Quando il portiere avversario gioca la palla su uno dei suoi compagni di movimento, tutti i giocatori dell'Hellas, a parte i tre difensori che rimangono nei pressi della linea di metà campo, inseguono il proprio marcatore in avanti. 
Anche sullo scarico del portiere, Simeone va a disturbare per costringere il rilancio lungo e vincere, con le coperture preventive, le seconde palle. Tameze nella partita contro il Sassuolo ha seguito quasi a tutto campo Maxime Lopez, regista e fonte del gioco dei neroverdi. Il centrocampista del Verona, dalla posizione di mediano, si è praticamente mosso sempre in avanti per andare a togliere i riferimenti all'avversario (immagine 5).

IMMAGINE 5 - Tameze pressa in avanti il play avversario. I compagni si alzano sui sostegni e impediscono un'uscita facile del pallone
IMMAGINE 6 - Anche in questo caso Simeone va a pressare forte sul portatore di palla, il portiere, per costringerlo a rinviare lungo

Centralmente non ci sono tattiche precise sui movimenti che devono fare i centrocampisti dell’Hellas. Il principio primario è inseguire e pressare continuamente per recuperare il pallone, o comunque per disturbare lo sviluppo di gioco degli avversari. 
Fondamentale è anche la difesa dell'ampiezza e le transizioni difensive. L'atteggiamento cardine è la riaggressione immediata del pallone. Come notiamo nell'immagine 7 l'Hellas, con possesso laterale del Sassuolo, aggredisce forte uomo su uomo, creando una specie di rombo con 5 giocatori, contro i 4 dei neroverdi. 

IMMAGINE 7 - La riaggressione immediata dell'Hellas Verona che vuole creare superiorità posizionale per recuperare subito palla

L'Hellas ha dimostrato contro il Sassuolo di soffrire specialmente le situazioni da calcio da fermo e la difesa posizionale in area di rigore. Come la maggior parte delle squadre, infatti, la difesa fatica a mantenere la concentrazione per tutti i 90'.

PUNTI DI FORZA: pressing a tutto campo; grande intensità durante la partita; ricerca continua della superiorità posizionale; riaggressione e contropressing; rifinitori e attaccanti molto prolifici.

PUNTI DEBOLI: difensori lenti in campo aperto; gioco che fa spendere molte energie a livello fisico; poca attenzione e concentrazione in alcune situazioni nei calci piazzati. 

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