Bigon e Mihajlovic sono finiti sotto la lente d'ingrandimento a causa di un girone d'andata dove sono stati fatti 27 punti, mentre in quello di ritorno appena 6 in nove partite. Con questa media non si arriverebbe nemmeno a 40 punti e allora, questo sancirebbe la fine di un ciclo dove la colpa ricadrebbe anche sulla squadra, che ha un monte ingaggi che sfora i 50 milioni. Il futuro servirà a capire chi ha voglia di rimanere e chi di andarsene e con il mercato estivo alle porte, ci sarebbero tutti i presupposti per una rivoluzione della rosa. Il prossimo 30 giugno andranno in scadenza Santander, Falcinelli, Viola, Bardi e Medel, con questi ultimi due che hanno qualche chance di aprire discussioni sul rinnovo a differenza dei primi tre. Tutti insieme costano 5 milioni netti d'ingaggio, circa 9 al lordo. Nel 2023 toccherà a Mbaye, Dijks, Svanberg e Skorupski. I primi due finiti nel dimenticatoio, mentre lo svedese servirà per fare cassa in estate dato che la situazione rinnovo non si sblocca, a differenza del portiere polacco che vorrebbe rimanere a Bologna, ma in caso di addio del d.s. e dell'allenatore anche il suo futuro sarebbe in bilico. Da capire la situazione De Silvestri e Soriano su cui il Bologna ha fondato questo ciclo, senza dimenticare la riserva di lusso Sansone, che percepisce 1,6 milioni netti. Il monte ingaggi dell'undici titolare in scadenza tra il 30 giugno 2022 e 2023 ammonta a circa 10 milioni di euro netti, 18 al lordo. Un eventuale risparmio d'ingaggi, aggiunto a un budget di mercato messo a disposizione e ai ricavi delle possibili cessioni, garantirebbe una rifondazione della squadra. A riportarlo è “Il Resto del Carlino”

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