Intervista a cuore aperto quella di Riccardo Orsolini sulla Gazzetta dello Sport. Riccardo Orsolini, capace di fare baccano, urlare, sbraitare, uscire dal tettuccio della macchina, suonare con il claclson l’inno della Champions League ecc.
La sera dopo Atalanta-Roma, e dopo il casino che abbiamo fatto, sono andato da solo sul campo principale di Casteldebole. E sì, ho pianto. Mi ero commosso anche a Napoli: ma mi ero un pò trattenuto, c’era gente. A Casteldebole, invece, mi sono sfogato, ho usato tutte le lacrime. da solo e dalla gioia.
Nonna, ora tutti vogliono intervistarti, le ho detto io. E lei: “No, sono vecchia…falle tu…”
Quando dopo aver visto tutti insieme Atalanta-Roma ho rubato la stampella a Ferguson e ho dato di matto… “Ridammela, non riesco a muovermi dai…” mi urlava. Il resto lo vedrete mercoledì durante la sfilata sul pullman in città…
Dopo Napoli: ero convinto sarebbe andato tutto bene. Il segreto? La costanza. E che non ci credevamo fino alla fine. Pur volendolo. Dopo l’aritmetica per Conference ed Europa League non ci siamo detti nulla. Perchè sapevamo che avremmo potuto prenderci di più la ma senza darci pressioni. Il volere sempre di più aiuta, per noi è stato un motore.
Dovessi dare un titolo a tutto direi “La Grande Bellezza”. Per alcuni tratti abbiamo giocato il miglior calcio in A. E per tanti altri aspetti siamo stati una squadra europea: chi è andata molto avanti in Italia, delle italiane, noi l’abbiamo battuta.
Ho perso il sorriso quest’anno solo per le cose che mi aspettavo e non sono accadute. La fascia di capitano? Posso dire di essere il giocatore che è qui da più anni, non ci sono dubbi. Mi basta sentirmi capitano in pectore e in campo, perchè ad esempio De Silvestri è un capitano di carisma anche fuori dal campo. Io mi sento graduato senza fascia , perchè capitano lo si può essere in mille cose.
Con graduato penso all’orgoglio di non aver mai mollato. Di esserci sempre stato. Anche quando mangiavamo della m… Eppure, fuori da qui, mi consigliavano di andare via, cambiare aria: e io no. Abbiamo vissuto momenti duri: la malattia di Sinisa, per esempio. A inizio stagione dissi che eravamo ad altezza-Fiorentina e mi son preso insulti. Avevo ragione. Siamo cresciuti anche da quegli anni con Mihajlovic: ci ha dato le basi, la cazzimma, ci ha plasmati- Ci ha fatto capire i veri valori umani: ho smesso di incazzarmi per sciocchezze, le cose serie sono altre. Il gruppo che c’era allora oggi ha insegnato ai ventenni a rigare dritto. I ventenni qui sembra abbiano trent’anni.
Mi ha fatto capire l’importanza degli allenamenti. In passato mi allenavo in funzione della gara ora ci alleniamo come fosse una partita. E’ cambiata tutta la prospettiva. Se il mister dovesse andare via? Gli faremo l’in bocca al lupo se deciderà così; se invece resterà saremo molto felici.
Amo infinitamente Bologna. E’ più di una seconda casa e anzi la casa l’ho comprata davvero qui…
Sa quanti film ho già fatto. Vorrei subito le più forti, quindi Real Madrid, bayern, City, Psg. Come immagino la prima gara? Intanto spero di giocare e poi, nel mio piccolo, di rappresentare un popolo intero, quello bolognese, affinchè sia fiero di noi.
Quando gli altri ti mandano messaggi, che siano amici, colleghi, e ti scrivono “Non c’era squadra che la meritava più di voi”, beh, non esiste gratificazione più bella. Perchè è vero.
Io alla Juve ho fatto molta cyclette…
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