Il presidente del Bologna, Joey Saputo, ha parlato in una lunga intervista sulle pagine dell'edizione odierna del Corriere di Bologna

Il patron rossoblù ha toccato ogni argomento, dal bilancio dei suoi 8 anni a Bologna, passando per Thiago Motta e Mihajlovic, fino allo stadio. Di seguito le sue dichiarazioni.

Sui fischi alla squadra: “I tifosi hanno il diritto di lamentarsi su dov’è la squadra oggi. I fischi, se la squadra non gioca bene, li capisco. Come tifoso sono deluso anch’io, ma vedendo il materiale a disposizione sono fiducioso: la stagione finirà bene. Ci sta fischiare, ma quando la squadra non va bene ha bisogno del sostegno dei tifosi: non è adesso il momento di mettere più pressione sui giocatori, sennò ci facciamo del male”.

Sugli obiettivi: “Siamo in una fase di transizione. Abbiamo cambiato allenatore e tipo di gioco, ci vorrà un po’ di tempo. Spero di arrivare ai punti dello scorso anno. Eravamo partiti con l’idea di migliorare, ma tant’è. Forse non faremo un passo avanti quest’anno, ma non sempre le stagioni vanno come le hai pianificate”.

Sulla brutta partenza delle squadra: “Abbiamo iniziato il ritiro senza allenatore, i giocatori non erano al livello che dovevano essere, in certe partite pensavamo di far punti e non ci siamo riusciti. Dobbiamo restare calmi però. Quando abbiamo visto il calendario pensavamo di partire bene, invece abbiamo cominciato male”.

Su Thiago Motta: “Ha la nostra totale fiducia, siamo tutti dalla sua parte. Vogliamo andare avanti con Motta. Lo abbiamo scelto in un periodo difficile per la società. Ha preso una squadra non costruita da lui, con un’altra mentalità, serve tempo per portare la sua. Sono convinto che i risultati gli daranno ragione. Quando è arrivato ero partito, mi riprometto di tornare a breve. È un giovane con tante idee, è importante. Voglio dargli l’opportunità di diventare un grande allenatore”.

Ancora su Thiago Motta: “Se uno lavora e lavora forte e i risultati non ci sono, ma ha fatto di tutto per ottenerli, non posso rimproverarlo. Bisogna metterlo nella migliore condizione possibile. Se i punti non arrivano oggi, domenica arriveranno o nelle prossime partite. Gli ho detto di continuare a lavorare duro. Poi sono convinto che nelle gare successive si può e si deve fare risultato con squadre alla nostra portata". 

Sul campionato del Bologna: “La stagione da noi è lunga. Certo da qui alla sosta il Bologna ha delle partite in cui può e deve fare dei punti. Dopo la sosta sono sicuro sarà un’altra squadra. Il tecnico avrà l’opportunità di lavorare”.

Sulle critiche per l'esonero di Mihajlovic: “Posso dormire tranquillo la sera. Io e la società abbiamo fatto di tutto per aiutare l’uomo e l’allenatore. Non mi interessano le critiche di chi non conosce i fatti. Forse era meglio cambiare a fine campionato, ma non è la decisione che abbiamo preso, inutile guardarsi indietro. E poi sinceramente non sono un concorrente di una gara di popolarità, faccio quel che serve al Bologna: occorreva cambiare”.

Sul rapporto con Mihajlovic: “Dopo l’esonero non ci siamo più parlati. Sinisa ha chiamato Fenucci, spiegando di essere a disposizione per parlare con il nuovo allenatore Thiago Motta, se poteva essergli utile, per inquadrare i giocatori. Con Sinisa non è stata una rottura brutta, ha tirato fuori il massimo: voglio ringraziarlo personalmente, non via telefono”.

Sul rientro in Italia: “Dovevo arrivare domenica prossima, per la partita con il Lecce. Il Montreal però si è qualificato per i playoff e spero passi il turno: se ce la fa rimanderò il mio ritorno di qualche giorno. Ho tante compagnie in differenti settori, la cosa più importante è avere fiducia in chi gestiste il quotidiano. Non seguo il day by day, ma mi fido di chi ho sul posto”.

Su Di Vaio: “Sfatiamo questa storia una volta per tutte. Non è stato Di Vaio a portarmi a Bologna e non è diventato dirigente per questo. Quando a fine carriera è andato via per venire a Montreal aveva già un accordo con l’allora presidente Guaraldi, per rientrare in società una volta terminata la carriera da giocatore. Io ho solo onorato quella promessa. La posizione che occupa Di Vaio se l’è guadagnata sul campo con il lavoro”.

Sull'arrivo di Sartori: “Abbiamo cambiato perché ho visto dov’era l’Atalanta e dov’è oggi. Ho visto lievitare il valore dei loro giocatori. Noi siamo una squadra media che vuole stare ad alto livello, Sartori ci può portare lì. Non è vero che abbiamo solo venduto. Abbiamo venduto giocatori che quando li abbiamo presi nessuno conosceva e ci hanno criticato. Ora ne abbiamo comprati di nuovi e siamo convinti faranno bene e meglio di quelli ceduti. Le plusvalenze sono importanti per il club, non sono uno cui piace buttare via i soldi. Vediamo alla fine se porteranno i risultati sperati. Il lavoro di Sartori è stato ottimo”.

Sul modello Fiorentina: “A Firenze hanno fatto molto bene, sono riusciti a qualificarsi per le coppe in fretta. Ma per me il modello da seguire è l’Atalanta. La crescita può essere lenta, l’importante è che sia costante. Non sono uno che ama gli alti e bassi”.

Sul mercato di gennaio: “Non mi sono mai tirato indietro e non lo farò stavolta, non ho mai avuto paura di investire. Se c’è da cogliere un’opportunità non mi tiro indietro e il Bologna avrà quel che gli serve. Però non prendo giocatori tanto per farlo: una rosa con 35 elementi non serve, i calciatori in quel contesto non si valorizzano”.

Sul possibile interessamento di Percassi per il Bologna: “Nessuno è mai venuto a chiedermi niente: non ho intenzione di vendere. Se qualcuno di serio proponesse opportunità di entrare in società per far crescere il Bologna allora la valuterei. Chiariamoci, non ho bisogno di un socio, non voglio né cedere né andarmene. Non prima di aver raggiunto l’obiettivo. Sempre lo stesso da quando sono arrivato qui, portare il Bologna in Europa. Sono uno che non si spaventa davanti alle difficoltà, non mi faccio scoraggiare. Ogni anno abbiamo la possibilità di farlo. C’è il desiderio, la forza della città e dei tifosi, l’ambiente, un allenatore giovane. Ma per arrivare al traguardo serve una combinazione perfetta di questi elementi. Noi dobbiamo far sì che accada e miscelarli bene”.

Sugli acquisti fatti: “Quale acquisto non rifarei non lo dirò mai neanche sotto tortura: non sarebbe giusto né per il giocatore né per chi l’ha comprato. Resto molto legato a ragazzi come Maietta, Poli e Dzemaili che ancora mi chiamano. L’acquisto di cui vado fiero è Arnautovic. Fu una decisione difficile, non dal punto di vista tecnico, ma perché l’impegno economico era grande. Ci ho pensato su molto, fu la decisione giusta. Dà tanto dentro e anche fuori dal campo”.

Sulle critiche ai suoi calciatori: “I giocatori sono nella migliore situazione possibile: la città ci crede, l’ambiente c’è, i tifosi ci danno la possibilità di crescere. Hanno buoni valori. Mi stranisce quando sento alcuni allenatori di serie A che dicono: ‘Non hanno messo l’impegno che avrebbero dovuto in partita’. Ma come? Si gioca una volta a settimana. Ecco questo ai miei non possono rimproverarlo”.

Sulle differenze tra Canada e Italia: “Lo stile è diverso, ma anche lì quando non vai bene ci sono le contestazioni, con gli striscioni e soprattutto la gente non viene allo stadio. Chi paga vuole vedere la squadra giocare, in Italia è ancora più passionale”.

Sul nuovo stadio: “L’iter per la ristrutturazione è ben avviato, conto di avere entro marzo il via libera definitivo per il rifacimento del Dall’Ara., se ne sta occupando l’ad Claudio Fenucci. L’impianto è vitale per crescere. All’esterno guardano tutti la Premier League, noi siamo rimasti indietro”.

Sulle prospettive future del Bologna: “L’ho detto tanti anni fa quando sono arrivato: l’obiettivo è sempre migliorarsi. Vero, ci stiamo mettendo un po’ più di tempo di quello del previsto. Ma non perdo il desiderio di stare qui, abbiamo il potenziale per essere migliori. Sono focalizzato sul lungo termine: il focus è l’Europa. Ci arriveremo tutti insieme: club, squadra e tifosi”.

 

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