Nicolas Dominguez, calciatore imprescindibile nello scacchiere di Thiago Motta, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport, in cui parla della trattativa del rinnovo e del momento del Bologna.

Sul rinnovo: “Adesso si può parlare anche per videochiamata, non c’è bisogno che il mio procuratore venga qui. I tempi si possono accorciare. Comunque il mio agente verrà. Non so quando arriverà il rinnovo. Dopo l’Atalanta o l’Udinese, non so. Ogni momento è buono. La volontà di chiudere c’è, ma dobbiamo arrivare a un punto. Loro devono essere soddisfatti. E anche io”.

Sugli interessamenti di altre squadre: “È chiaro, fa piacere. Uno guarda sempre alle squadre top di ogni campionato, è lì che uno vuole andare. Per come vedo io il calcio, per come lo vivo, per le mie ambizioni, l'obiettivo è crescere e arrivare a risultati importanti: sono queste le cose che vuole un calciatore. Ma lo dico con sincerità: adesso non ci penso. Sono contento a Bologna. Se arrivasse una proposta di un club da scudetto uno potrebbe fare delle valutazioni. Ma non adesso”.

Sul salto di qualità del Bologna: “Credo che questo club il salto lo possa fare. In Italia ci sono tante squadre, quelle che si chiamano big, come la Roma, la Lazio, l’Inter e tante altre. Ma noi, per come siamo messi, possiamo fare un salto. L’obiettivo più importante è consolidarci, trovare il miglior gioco, fare un passo alla volta e crescere tutti”.

Sull'Europa: “Sarebbe bello. Chiaramente se il Bologna arrivasse in una coppa europea sarebbe anche bello restare”.

Sul match contro la Roma: “Questa partita può dire tanto. La Roma è una squadra forte, ed è sempre bello affrontare gare così. La singola sfida va però guardata anche nel complesso. I prossimi trenta giorni saranno difficili. Gennaio è un mese che racchiude tante sfide. Gare che giocheremo per portare tre punti a casa. Arriva un mese troppo importante con tante partite insieme, anche la Coppa Italia, e quindi dobbiamo essere pronti a tutto. Dovremo gestirci bene fisicamente, ma sono fiducioso”.

Sulla lunga pausa mondiale: “È stato strano: mai successo di fermarsi in questo modo. Però abbiamo lavorato e arriviamo bene a questa partita. Abbiamo finito nel modo giusto prima del Mondiale e ora dobbiamo riprendere quel percorso, continuare da lì. La pausa è arrivata nel nostro momento migliore. Fermarci cinque giornate prima magari sarebbe stato meglio, non lo so. Ora conta affrontare a tutta la parte di stagione che resta”.

Su Mihajlovic: “La sua morte ci ha segnato. A me, a tutti quanti. L’abbiamo avuto come allenatore tanto tempo, abbiamo vissuto il percorso della sua malattia. La sua scomparsa ci ha colpiti, è una cosa che ci ha fatto tanto male. A livello pratico, quando sono arrivato qui mi ha spostato un po’ più dietro e questo mi è stato utile. Mi ha insegnato molto sulla fase difensiva. Anche questo aspetto mi ha fatto crescere. Però non è tutto. Non ci sono aneddoti, io non parlo tanto con gli allenatori. Ma il coraggio con cui Mihajlovic ha affrontato la sua malattia è stato certamente un insegnamento forte, importante per ognuno di noi”.

Su Thiago Motta: “Mi chiede di usare la testa. Quando devo venire a prendermi la palla, o quando devo creare spazi. Cose così. Quella che scende in campo è una squadra libera, che se la può giocare sempre. Un esterno può venire dentro il campo, un laterale si può alzare e spingere. Non abbiamo una posizione fissa. E si vede in partita. È sempre disponibile e gentile con tutti. Quando è nata mia figlia mi ha lasciato due giorni per restare in ospedale, è uno che ascolta e con lui si può parlare tanto. Lo possono fare tutti. E anche questa è una cosa che si vede sul campo. Trasmette tanta tranquillità. Si arrabbia, certo: quando non facciamo quello che vuole si arrabbia. Ma le sue impressioni non le trasmette in malo modo, non è uno che spacca tutto. Parla, ha creato tanto dialogo. E noi abbiamo un bel gruppo da tanto tempo”.

Sull'inizio difficile: “Le prime partite lo sono state. Venivamo da un periodo complicato. Poi abbiamo vinto con la Fiorentina, un successo che non in molti si aspettavano. Con l’Empoli avevamo tanta fiducia, ma abbiamo perso inaspettatamente. Con la Juve abbiamo giocato male, con la Sampdoria eravamo nervosi. Poi, con il Napoli, abbiamo giocato con la testa libera. Non avevamo niente da perdere. Ora stiamo bene”.

Sulla mancata convocazione al mondiale in Qatar: “L’obiettivo era andare in Qatar, poi ho avuto l’infortunio. Quando mi sono ripreso non sono mai stato al livello giusto. L’illusione di essere convocato l’ho sempre avuta, ma non ero pronto. Fisicamente non stavo al cento per cento. Sono contento per l’Argentina. Io lavorerò tanto per esserci la prossima volta”.

GUARDA LA CONFERENZA STAMPA PRE-PARTITA DI THIAGO MOTTA:

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