Che l’inizio sarebbe stato difficile, non c’erano dubbi: la passata stagione è sempre stata vista come un miracolo, un qualcosa di inspiegabile.
Il raggiungimento della Champions grazie al figurone fatto sotto gli occhi dell’Italia, ma più in generale dell’Europa, ha avuto tuttavia le sue conseguenze.
Giocare bene è un lusso, scovare talenti un pregio, guadagnare soldi una necessità.
Per questo motivo in estate sono partiti i pezzi da 90, come Calafiori, Zirkzee e Saelemaekers, seguiti dal vero artefice dell’impresa, mister Thiago Motta.
I tifosi del Bologna si sono ritrovati senza certezze, ma l’entusiasmo per quello che sarebbe stato li ha portati a non curarsi di quanto accaduto, e a riporre totale fiducia in Giovanni Sartori, l’architetto infallibile.
L’avvio, tra campionato e Champions, non è stato dei migliori, ma ora sembra che la squadra abbia trovato le dritte e le motivazioni giuste per trovare continuità.
Nell’edizione odierna, Il Resto del Carlino ha riportato un’interessante riflessione su quello che la formazione rossoblù può e potrà dimostrare nelle prossime uscite, per competere con i magnifici 6 là davanti.
Nonostante i paragoni, le perplessità di campo, è fattuale che ad oggi il Bologna ha gli stessi punti che aveva l’anno scorso dopo 12 giornate, ovvero 18.
Anzi, per esattezza è giusto dire che, complice il rinvio della sfida col Milan, i felsinei finora hanno disputato una gara in meno, dunque undici.
Determinante è stato lo sprint finale prima della sosta, che ha permesso di ottenere tre successi di fila contro Cagliari, Lecce e Roma.
Molti meriti è giusto che se li prenda Vincenzo Italiano, arrivato in estate con l’ombra incombente di Motta sulle spalle, e con l’arduo compito di non farlo rimpiangere.
Con lui Orsolini è diventato una sentenza, Castro un generatore di perle e prodezze, Odgaard un jolly da non sottovalutare.
Inoltre, non è da ignorare il fatto che l’infermeria non è mai stata vuota, e che il tasso di infortuni sta purtroppo mantenendo una preoccupante costanza.
Anche se la stagione è ancora lunga, va detto che il tecnico siciliano fino a qui si è migliorato di anno in anno, e chissà che non stupisca anche stavolta?
L’obiettivo numero uno al momento è concentrarsi totalmente sulla sfida alla Lazio di domenica prossima: un successo, il secondo di fila all’Olimpico, sarebbe ossigeno di alta quota, perché significherebbe partecipare nettamente alla maratona con le prime sei.
Dopo l’incontro coi biancocelesti si tornerà al Dall’Ara, per contendersi punti preziosi con il Lille di Bruno Genesio, carnefice di Real e Atletico Madrid.
Tuttavia, i francesi non si sono rivelati irresistibili contro la Juve di Motta qualche settimana fa, dunque sperare è più che lecito.
Italiano, maestro nelle coppe, deve dimostrarsi tale anche sotto le Due Torri: una complicatissima qualificazione ai playoff basterebbe per santificarlo.
Con la rosa che sembra avere trovato una quadra convincente, non resta che lasciare cucinare i ragazzi a Casteldebole, per preparare il pubblico ad un tour de force niente male.
Dopo la Champions sarà il turno di Venezia, Monza (in Coppa Italia) e Juventus: svincoli cruciali.
Italiano potrà contare sulla freschezza di Miranda e l’ambizione di Holm sulle fasce, sulla costanza di Freuler e il ritorno di Ferguson a centrocampo.
In attacco, a Roma hanno stupito Karlsson e Dallinga, e anche in panchina il talento non manca.
Insomma, le potenzialità ci sono, così come le buone premesse.
Fare meglio dell’anno scorso sarà difficile, però…
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