Le dichiarazioni Federico Bernardeschi a Cronache di Spogliatoio sull’accoglienza dei rossoblù nei suoi confronti e non solo
Federico Bernardeschi è stato uno degli arrivi più interessanti dell’ultima sessione di calciomercato. Il classe 1994 dopo i tre anni in Canada voleva ritornare in Serie A e provare a rientrare nel giro della Nazionale a distanza di tre anni dall’ultima volta ai tempi di Mancini.
L’ex Fiorentina si è ripreso in tempi molto brevi da un infortunio durante la preparazione estiva ed è già stato utilizzato nei primi incontri in Serie A,
Il giocatore si è raccontato su Cronache di Spogliatoio, insieme a Lorenzo De Silvestri, il topic è stato l’accoglienza dei nuovi acquisti degli emiliani da parte del capitano, un vero e proprio rito.
Bologna, le dichiarazioni di Bernardeschi e il paragone con Toronto
Bernardeschi ha fatto il confronto sulle differenze tra il Bologna e il Toronto su come vengono accolti i nuovi arrivati:
Nella mia carriera ho visto poche volte questo modo di fare, ma devo dire che Lollo è davvero molto bravo. A Toronto avevo il team manager ad aiutarmi, ma è pur sempre un membro della società.
Quando c’è un compagno di squadra è diverso. Ti coinvolge, ti fa entrare nei meccanismi della squadra e dello spogliatoio, organizza aperitivi per fare gruppo e coesione. Tutto questo poi lo ritrovi in campo, ti senti in una famiglia e subito a tuo agio. Quindi chapeau al sindaco!.

Bernardeschi sul successo all’Europeo con l’Italia
L’attaccante ex Fiorentina e Juventus ha poi voluto anche parlare sulle emozioni provate in azzurro nell’Europeo del 2021. L’esterno è stato uno dei giocatori più decisivi di quella spedizioni con i rigori realizzati contro Spagna e Inghilterra.
Quando si è presentato per la prima volta da noi e ha detto che saremmo dovuti andare a vincere l’Europeo, noi ci siamo guardati e abbiamo pensato: ‘Ma che c***o sta a dì questo? È matto?’. Poi ci ha coinvolto in questa cosa qua, giocavamo a memoria ed eravamo fratelli.
Su Vialli e l’aneddoto sull’ex Chelsea e Juventus:
Aveva una cura maniacale dell’umanità che ho visto a nessuno. Quando un giocatore nuovo che esordiva con la Nazionale, lui dopo la partita organizzava la riunione tecnica e consegnava il gagliardetto con il numero esatto di che giocatore sei della Nazionale, te lo dava davanti a tutti e ti diceva: ‘Da oggi in poi tu sei un Azzurro per sempre, sei un fratello’.
Sul ruolo di De Rossi nel 2021:
È stato umanamente straordinario. Oltre a Vialli, che era quasi mistico, lui era il collante perfetto tra giocatori e staff tecnico, ma con un’umiltà disarmante. Se ti vedeva spento, ti parlava… Non eravamo i più forti, ma al 100% eravamo il gruppo più forte.