Sartori: “Qui si lavora benissimo. Karlsson un errore? Aveva segnato 24 gol. A Dallinga do questo consiglio. Su Lucumí…”

Il direttore tecnico dei rossoblù si è raccontato in una lunga intervista. Questa è stata l’occasione per analizzare il lavoro svolto e per parlare di alcuni calciatori

La crescita esponenziale del Bologna degli ultimi anni è arrivata anche grazie al lavoro eccellente svolto dalla società e in particolare modo da Giovanni Sartori, il direttore tecnico dei felsinei. Quest’ultimo si è raccontato in una lunga intervista concessa a Repubblica. Diversi i temi trattati nella stessa, da Karlsson e Dallinga, passando per il rinnovo di Lucumí e il consiglio per Jonathan Rowe. Andiamo a riportare di seguito le parti salienti.

Le parole di Sartori sul lavoro svolto a Bologna e l’inizio di stagione

Il direttore tecnico esordisce parlando di questo inizio di stagione e le sue aspettative: “Non mi aspetto mai nulla. Speravo che non aver cambiato allenatore quest’anno evitasse i traumi della scorsa estate, quando siamo arrivato un po’ lunghi: ci mettemmo due mesi a capirlo e nel frattempo il cammino in Champions League venne compromesso. Ora siamo partiti meglio, i vecchi stanno trovando pian piano la condizione fisica e mentale, mentre i nuovi come sempre fanno più fatica.”

Sui tempi di inserimento dei nuovi arrivi: “Qualcuno fa prima, qualcuno no. La maggioranza statisticamente ci mette di più, ma leggo che anche nelle altre squadre gli stranieri ammettono difficoltà nel calarsi in un calcio più tattico, più fisico (a eccezione della Premier) e più sotto pressione.”

Odgaard e Bernardeschi salutano i tifosi
Le parole di Sartori sul lavoro svolto a Bologna e l’inizio di stagione. Bologna Sport News (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images Via OneFootball)

Sui motivi che lo hanno spinto a restare: “Perché ho scelto di restare a Bologna? E perché no?” Il direttore tecnico poi risponde così alla domanda sulla possibilità di guadagnare di più in relazione alla precedente questione: “Se i soldi fossero stati un criterio non sarei stato trent’anni al Chievo, di cui 21 da direttore sportivo. Dove mi trovo bene, io rimango, se benvoluto. Qui mi trovo benissimo, si lavora benissimo in piena armonia con tutti i miei collaboratori, mi sento apprezzato da Saputo e Fenucci e dai bolognesi che dimostrano grande affetto e stima. Tutto questo per me fa la differenza”.

Le parole di Sartori sul confronto con il modello Atalanta, Karlsson, Dallinga e Lucumí

Il direttore prosegue poi analizzando a che punto sia il Bologna e il confronto con il modello Atalanta: “Come ha detto spesso Fenucci, il metodo Atalanta non è replicabile, perché qui manca un rifornimento dal basso, manca il vivaio. Il settore giovanile deve crescere, ci stiamo provando, stiamo mandando giocatori in giro sperando che tornino maturi, mi auguro di vedere risultati nel giro di un paio di anni e intendo dire titolari da Serie A, non ragazzi da due o tre presenze di sfuggita”

Su quanti osservatori ha il Bologna interviene invece così: “Una quindicina, abbiamo assunto l’ultimo una settimana fa in una certa zona del mondo…Quanti erano quando sono arrivato? Due”

Poi comincia a parlare di alcune individualità, a partire da Karlsson: “E’ stato l’unico errore fin qui commesso? Avevamo una sessantina di relazioni su di lui, lo volevano in tanti, aveva segnato 24 gol. Dobbiamo proprio parlarne?”

Poi Sartori prosegue dando un consiglio a Thijs Dallinga: “Andrà giudicato alla fine di questa stagione. L’anno scorso il problema fisico lo ha condizionato. Questo è il suo vero anno. Gli do un piccolo consiglio: impari a usare molto di più il corpo, come fa Pio Esposito o Castro. Dallinga ha piedi buoni, cerca più l’abilità e la destrezza. Vista la stazza potrebbe essere molto più pericoloso e determinante se la usasse”

Su Jonathan Rowe: “Secondo me ha un grande potenziale fisico e tecnico, ora sta a lui calarsi nella realtà italiana e bolognese. Le qualità le ha ma è la testa a fare la differenza e lui dovrà lavorare parecchio”

Su chi potrebbe essere il nuovo Beukema e sul rinnovo di Lucumí: “Chi sarà il nuovo Beukema? Potrebbe essere Heggem perché l’affidabilità è il primo dei dieci comandamenti del calcio e lui come Sam è un regolare”. “Lucumí? Stiamo parlando con lui del rinnovo contrattuale e saremmo felicissimi se restasse, lui non so, chiedeteglielo. Ci rivedremo più avanti e ci dirà cosa ha deciso. Dopo aver dovuto rinunciare alla Premier questa estate, si è rimesso sul pezzo con grande professionalità”

Il direttore poi svela quali exploit non si aspettava neanche lui: “Calafiori. E anche Zirkzee. E mi sorprende ancor di più vederlo in difficoltà a Manchester, ma nello United è dura per tanti. Guardate Hojlund…”

Infine una chiosa sul soprannome Cobra: “Se mi piace essere chiamato così? No, ma mi hanno dato questo soprannome e me lo tengo”

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