Orsolini: “Sono felice a Bologna. Capocannoniere? Non sono una punta. Non voglio sentirmi un top player, ecco perché”

Il numero sette del Bologna si racconta trattando i temi più disparati. Dalle sue prestazioni, al legame con i colori rossoblù, fino alla Nazionale

Tra i protagonisti degli ultimi anni in casa Bologna c’è sicuramente Riccardo Orsolini, sempre più leader tecnico della squadra e idolo dei tifosi. L’attuale capocannoniere della Serie A, insieme a Calhanoglu, ha rilasciato una lunga intervista a Dazn, in cui ha raccontato le sue sensazioni sui temi più disparati: dalle sue prestazioni e il legame con questi colori, fino alla Nazionale. Andiamo a riportare di seguito le parti salienti.

Le parole di Orsolini sulle sue prestazioni e sul sentirsi un top player

Il numero sette esordisce parlando delle sue prestazioni: “Se siamo davanti al miglior Orso di sempre? Sicuramente siamo davanti all’Orso più maturo. Non parlo dei gol, parlo di personalità e di giocate giuste. Sono arrivato a un’età in cui è il momento di capire certe cose, per fare un ulteriore step. Io un top player? No no no, mai! Non voglio che il mio cervello pensi: ‘Sono un top player, adesso mi siedo, faccio quello che voglio’. Devo sempre averla, la fame di arrivare: non voglio sentirmici, un top player

Orsolini primo piano
Le parole di Orsolini sulle sue prestazioni e sul sentirsi un top player. Bologna Sport News (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images Via OneFootball)

Sulla Nazionale: “Sto cercando di portare l’Orsolini del Bologna anche in Nazionale. Mister Gattuso mi sta dando molta fiducia, e infatti lo ringrazio. Ma in questo momento, più che di Orsolini in Nazionale, esiste solo un obiettivo: abbiamo solo quello in testa e non si parla d’altro! Io in Nazionale giocherei anche in porta, per raggiungere quell’obiettivo. Ma adesso la Nazionale viene prima di Orsolini, non il contrario”

Le parole di Orsolini su Bologna e l’obiettivo capocannoniere

L’esterno dei rossoblù sul Bologna e la crescita degli ultimi anni: “Sono felice a Bologna perché, dopo 8 anni qui non ci si stufa! Fin da subito ho creduto moltissimo nel Bologna, volevano seguire il progetto Atalanta, si può dire. Io sono arrivato qui che lottavamo per non retrocedere, ci salvavamo alla penultima giornata, ho vissuto Bologna in tutte le salse. Ma passando da tutto questo ci siamo fortificati per costruire quello che siamo adesso. Se chiedi a un tifoso del Bologna se qualche anno fa si fosse aspettato di giocare in Champions League, ti avrebbe riso in faccia. Non me lo sarei mai aspettato nemmeno io, ma è stata un’emozione indescrivibile, storica.”

Infine chiosa sulla possibilità di diventare capocannoniere: “Se voglio veramente diventare capocannoniere? Va beh, sarebbe un sogno, ma realisticamente… L’ultimo mancino a essere capocannoniere in A è stato Vieri nel 2003? Io metto le mani avanti, non sono un attaccante, non sono una punta! Mi state dando una grande responsabilità, devo difendere la categoria dei mancini. Da quanto non la vince un attaccante del Bologna? 50 anni? Ho capito ma… a piccoli passi dai!

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