Bologna, Skorupski: “Ecco quando voglio rientrare. Anche quest’anno faremo grandi cose. Tanti infortuni? Vi spiego”

Le parole dell’estremo difensore del Bologna sul suo possibile rientro e gli obiettivi di squadra

I risultati delle ultime settimane hanno esaltato e fatto sognare gran parte dei tifosi rossoblù. Questo entusiasmo è stato tuttavia parzialmente frenato dai tanti infortuni occorsi a calciatori cardine del sistema di gioco di Vincenzo Italiano, in primis Skorupski, Freuler e Cambiaghi.

In merito alle sue condizioni è intervenuto l’estremo difensore nella lunga intervista concessa a Repubblica, in cui ha svelato qual è l’appuntamento cerchiato in rosso per tornare a difendere la porta del Bologna. Andiamo di seguito a riportare le parti salienti della stessa.

Le parole di Skorupski sulle sue condizioni e il suo possibile rientro in campo

Il portiere polacco esordisce parlando delle sue condizioni e del suo possibile ritorno in campo: “Coma va l’umore? Meglio, il mio obiettivo personale è tornare per la Supercoppa. Vedremo”.

Sui tanti infortuni muscolari: “Giochiamo e viaggiamo tanto, ci alleniamo e riposiamo poco. Non siamo macchine”. Sull’ingresso in campo di Pessina contro il Napoli: “Gli ho dato un bacio e gli ho detto: tranquillo, oggi fai miracoli. Non ne sono serviti. I tifosi lo hanno aiutato molto. Era importante che non prendesse gol, sono contento per lui. Un po’ meno per me”.

Skorupski a fine partita
Le parole di Skorupski sulle sue condizioni e il suo possibile rientro in campo. Bologna Sport News (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images Via OneFootball)

Prima dell’infortunio era la sua miglior stagione?“, Skorupski risponde così: “Forse sì, è per questo che rosico. Ero veramente in forma, giocavo bene anche in Nazionale. Poi ci sono infortuni peggiori, mi consolo“.

Le parole di Skorupski sulla crescita che lo ha portato ad essere un portiere che porta punti

L’estremo difensore prosegue parlando della crescita che lo ha portato ad essere un portiere che porta punti alla causa: “Mi fa piacere che lo pensiate in molti. Io non mi sono mai arreso anche quando non giocavo come volevo e mi ripetevo che col lavoro duro ce l’avrei fatta: ora ho raggiunto il livello cui avevo sempre mirato. Un buon portiere deve fare almeno una decina di punti all’anno”.

Sui progressi maturati dopo i 30 anni e sul coraggio necessario per giocare nella porta del Bologna: “L’esperienza mi ha aiutato a fare uno scatto di mentalità. La testa conta tanto. Sono più tranquillo. Se faccio un errore me lo dimentico subito. Prima ci rimuginavo sopra e cosi ne arrivava un altro. Sono migliorato anche grazie ai miei preparatori, Siciliano e Rosati. Abbiamo una difesa alta molto alta. All’inizio abbiamo faticato, ora è un vantaggio. Prendiamo pochi gol e pochi tiri in porta. Era normale che Vitik ed Heggem all’inizio faticassero un po’ e sono servito di più io. Il mister chiede a noi portieri di fare la differenza su quell’unico tiro che ci arriva. Prendiamo pochi tiri anche perché usciamo fino a 30-40 metri dalla porta e mi piace, un’uscita di testa vale come una parata e io non ho paura a metterla anche dove l’attaccante mette il piede, sono coraggioso. E non ho mai preso un cartellino fuori area

Sul suo ottavo anno a Bologna: “Vorrei andare avanti più che posso, la mia famiglia sta benissimo qui, siamo una squadra speciale. La società è sana. Ripeto che vorrei chiudere la mia carriera qui, è la mia seconda casa”.

Infine chiosa su dove può arrivare il Bologna quest’anno: “Non diciamo niente, ma sono sicuro che anche quest’anno faremo grandi cose”

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