Il Bologna di Vincenzo Italiano ha convinto tutti; ogni domenica che passa aumentano i consensi per questa squadra, che sogna ancora una volta un piazzamento europeo, il secondo consecutivo. Anche Gianluca Pagliuca, ex portiere rossoblù, sta apprezzando molto diversi aspetti e calciatori della stagione rossoblù. Anche di questo ha parlato nell’intervista rilasciata al Resto Del Carlino. Andiamo a riportare di seguito un estratto di quanto ha dichiarato.
Se mi ha tolto dieci anni di vita? Sì, allora me li tolse: ma il tempo è una medicina che cura quasi tutte le ferite. Ogni tanto mi capita di ripensarci e ancora non me ne capacito: retrocedere a 42 punti e con la quarta miglior difesa del campionato fu assurdo. C’è da dire che quell’anno là davanti non facevamo mai gol.
Fabio è un amico, oltre che un compagno di tante battaglie con la maglia del Bologna. Da allenatore in B ha dimostrato di saper vincere i campionati, in A però è diverso: il bel gioco non paga, devi anche essere pratico e cinico. E in questo Parma è mancato
In teoria peggio, perché di solito alla prima partita la scossa arriva. Ma questo Bologna non deve avere paura di niente.
Sta facendo alla grandissima. Sai cos’è che mi piace di questo Bologna? Che qualsiasi avversario affronta ha il suo modo di giocare e non lo cambia. Diciamo che dietro alle prime tre si è scatenata una bella lotta. Tra le pretendenti all’Europa ci metto anche la Roma, che deve rincorrere ma che ha Ranieri, un allenatore con la “A” maiuscola.
Io farei una firma lunga da qui al Tardini per arrivare in Europa League. Il quinto posto è un obiettivo possibile ma bisogna vedere se varrà la Champions: male che va prendo anche la Conference. L’importante è continuare a fare le coppe.
Dominguez: mi avevano detto che era forte ma non credevo che fosse così pronto. Nell’uno contro uno mi fa impazzire ma è anche uno che, nonostante sa piccolo di statura, non lo sposti e non lo butti mai giù.
Su Skorupski sull’essere diventato tra i migliori del campionato
Come rendimento se non è il primo è il secondo: in ogni caso lui e De Gea sono quelli che fin qui hanno inciso di più. Lukasz non sbaglia una partita e fa sempre parate decisive. Negli ultimi due anni è salito tantissimo di livello e io penso che il clic per fare il salto sia arrivato quando Motta ha cominciato ad alternarlo con Ravaglia. Averlo messo in discussione gli ha fatto bene.
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