Nonostante i ritmi frenetici del calcio odierno ci tengano incollati agli schermi per conoscere i risultati, le news o le più svariate indiscrezioni, fortunatamente abbiamo ancora modo di leggere parole che racchiudono valori.
Il calcio ci ha insegnato che oltre all’immagine, oltre ai soldi, esistono anche i rapporti tra le persone, i veri protagonisti del gioco, che possono sfociare in qualcosa di indissolubile.
La Gazzetta dello Sport questa mattina ha riportato un’intervista fatta ad Alexsandar Kolarov, ex calciatore e vecchia conoscenza della nostra Serie A.
Nel corso del suo intervento ha avuto modo di citare e ricordare con parole commoventi il suo connazionale e amico Sinisa Mihajlovic, scomparso quasi due anni fa.
Non ha certo bisogno di presentazioni Alexsandar Kolarov, esterno serbo che nel corso degli anni abbiamo avuto il piacere di ammirare anche e soprattutto in Italia.
Tuttavia è giusto ripercorrere le tappe più importanti del suo percorso professionistico.
Corsa dirompente e mancino raffinatamente educato, capace di unire la precisione alla potenza.
Dopo le prime esperienze in terra natia, arriva nel Bel Paese nel 2007, alla Lazio allora allenata da Delio Rossi.
Dopo tre anni si trasferisce in Inghilterra, al Manchester City, dove vincerà la Premier alla corte di Roberto Mancini, e dove resterà fino al 2017.
Successivamente il ritorno in Italia, sempre a Roma, questa volta nella sponda giallorossa, dove raggiungerà una semifinale di Champions e si rivelerà una pedina fondamentale per i suoi.
Nel 2020 arriva la chiamata di Conte all’Inter, con cui trionferà in campionato, portando a casa il 19esimo scudetto nerazzurro.
Si ritira nel 2022, dopo anni passati ad altissimi livelli.
Nel corso della sua vita, Kolarov ha avuto modo di conoscere Sinisa Mihajlovic, suo allenatore nella nazionale serba, al quale è rimasto legato profondamente.
Durante l’intervista alla Rosea, sebbene essa fosse incentrata sul big match Inter-Napoli di domani sera, il classe ’85 ha avuto ugualmente modo di citare il caro amico:
Però ho anche due rimpianti: non essere stato allenato da Spalletti e non poter parlare più di calcio con un mio ex Ct della Nazionale. Ma lui è fuori dalla categoria degli allenatori, perché per me e per tutti i serbi è stato molto di più.
Implicito il riferimento all’ex tecnico del Bologna, sul quale continua dicendo:
Porto Sinisa Mihajlovic nel cuore. E’ stato il mio mito da bambino, ho scelto la maglia numero 11 per lui. Ha influenzato la mia infanzia e mi ha arricchito come calciatore e come uomo. È stata una fortuna averlo nella mia vita e essere stato suo amico. A lui certamente avrei chiesto consiglio prima di accettare questo incarico di ct dell’Under 21.
Sì, perché l’ex terzino è da poco diventato l’allenatore delle giovanili della Serbia, con cui debutterà il 19 novembre ad Istanbul contro la Turchia.
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