Altro giro, altra corsa, altra partita. La 30esima giornata di Serie A mette l'Atalanta di fronte al Bologna, nel posticipo di domenica sera delle 20.45. Un match che, sulla carta, pare piuttosto complicato, ma visti gli ultimi risultati e le prestazioni poco brillanti della truppa di Gasperini potrebbe riservare qualche sorpresa. L'Atalanta, infatti, non vince in campionato dal 28 febbraio scorso, nel rotondo 4 a 0 casalingo contro la Sampdoria. E per tornare ad una vittoria precedente bisogna addirittura scivolare indietro fino al 9 gennaio. Il successo contro la Doria è isolato in mezzo ad un trend piuttosto negativo. Infatti, nelle ultime 8 giornate, sono arrivati anche 4 pareggi e 3 sconfitte. Numeri che hanno rallentato decisamente la corsa ad un possibile piazzamento in Champions League dei bergamaschi.

Il Bologna, però, come sappiamo fin troppo bene, non se la passa tanto meglio, anzi. Una sola vittoria da inizio 2022, 2 pareggi e 1 sconfitta nelle ultime 3 recenti uscite. A preoccupare, inoltre, è la totale mancanza di motivazione e ambizione che ha questa formazione. Arrivati a questo punto della stagione, con una salvezza già praticamente in tasca, e la zona sinistra della classifica distante 7 punti, il Bologna naviga in un limbo che non ha alcun sapore. Vincere contro l'Atalanta domenica sera potrebbe invece risollevare il morale della piazza e togliere qualche soddisfazione all'ormai rassegnato e spento ambiente rossoblù. Di contro, però, l'Atalanta si presenterà al Dall'Ara con notevoli motivazioni in più: riprendere la corsa per una qualificazione alla Champions League e sperare in un passo falso della Juventus per rientrare in orbita quarto posto. 

LA FORMAZIONE

La squadra di Gasperini si schiera solitamente con il 1-3-4-1-2, che può trasformarsi in 1-3-4-2-1. Parliamo di una squadra che, a mio parere, ha rivoluzionato il calcio italiano degli ultimi anni, dandogli un'impronta molto europea. Gasperini, inoltre, è riuscito, a livello tattico, a far uscire l'Atalanta dai classici canoni e concetti italiani di un tempo, quelli del “prima meglio pensare a non prendere gol piuttosto che a farlo” e che, ancora oggi ci portiamo dietro e che ci impediscono di primeggiare in Europa. 
I bergamaschi, infatti, giocano un calcio molto intenso, propositivo, aggressivo, divertente, su ritmi che concedono poche pause agli avversari e con la sensazione che possa succedere qualcosa in ogni istante dei 90'. 
Oltre ad avere difensori molto veloci e abili in campo aperto, l'Atalanta dispone di giocatori molto intelligenti in mezzo al campo, come Freuler, Pessina e De Roon, ma anche di grande qualità in fase di rifinitura, penso a Koopmeiners e a Malinovskyj. Fisicità e gamba vengono assicurate sulle corsie esterne con Zappacosta/Hateboer e Maehle/Pezzella. Davanti il grande assente sarà Zapata, ancora ai box per un problema muscolare, mentre ci sarà sicuramente spazio per Muriel. Ma l'arco offensivo della Dea non si ferma ai due colombiani. Ne fanno parte anche l'estroso Boga e il centrocampista offensivo croato, con attitudine a fare il falso 9, Mario Pašalić.

FASE DI POSSESSO PALLA

L'Atalanta tende a costruire gioco spesso dal basso, utilizzando i tre difensori centrali e il portiere. Non di rado, però, può cercare anche l'attacco diretto, andando a scodellare la palla direttamente verso gli attaccanti. Questo avviene soprattutto quando in campo c'è Zapata, centravanti molto forte fisicamente e in grado di reggere l'impatto nel corpo a corpo coi difensori e allo stesso tempo di prendere abilmente posizione. In questa situazione che ho scelto, nell'immagine 1 troviamo però uno sviluppo di gioco piuttosto comune all'Atalanta. In primis la ricerca dei difensori laterali, per poi andare velocemente in verticale verso gli attaccanti che si abbassano. In questo caso è Muriel, a suo agio nel giocare sul centro-sinistra, mentre sull'altro lato è soprattutto Malinovskyj a compiere lo stesso lavoro. 
Muriel, infatti, muovendosi incontro permette sia di far guadagnare qualche metro in avanti alla squadra, ma soprattutto attira su di sè la pressione di un difensore avversario che, staccandosi dalla linea, lascia poi spazio alle sue spalle. Quello spazio viene poi aggredito sia da Pašalić sia dall'esterno di centrocampo Maehle. In quel momento l'obiettivo diventa quindi arrivare a giocare in quella zona lasciata libera, per permettere all'Atalanta di guadagnare altri metri in avanti e andare ad attaccare frontalmente la retroguardia avversaria. 

IMMAGINE 1 - Un primo sviluppo dell'Atalanta, ricerca della verticalità con movimento in appoggio di Muriel per aprire spazi alle spalle

Nella metà campo avversaria, quindi in zona d'attacco, l'Atalanta lascia molta libertà alle interpretazioni dei propri giocatori, anche se ci sono dei principi da rispettare. Tra questi troviamo i tagli profondi degli esterni, come vediamo nella situazione dell'immagine 2 con Maehle. L'esterno danese, infatti, allunga la squadra, diventando momentaneamente una sorta di centravanti. La sua posizione aiuta a ‘fissare’ il posizionamento della difesa del Genoa, permettendo di creare uno spazio centrale che può essere sfruttato da Pašalić dopo il servizio corretto di Muriel. L'attaccante colombiano, infatti, preferisce sempre muoversi nel corridoio interno sinistro, per staccarsi dalla linea difensiva e avere un po' più di spazio per giocare. Le sue qualità tecniche sono poi note a tutti e gli permettono di essere utile anche in fase di rifinitura e di ultimo passaggio. 

IMMAGINE 2 - Sviluppo offensivo dell'Atalanta con Maehle che prende quasi le veci della prima punta, fissando i difensori avversari e permettendo a Pasalic di ricevere con spazio

Uno dei punti cardine dell’Atalanta è utilizzare triangolazione e rotazioni continue su entrambe le fasce, sfruttando anche i terzi di difesa che si possono trasformare momentaneamente in ‘incursori’ di centrocampo. Come vediamo nell'immagine 3 l'Atalanta, nei primi minuti dell'ultimo match contro il Genoa, ha portato attacchi decisi e con maggiore intensità supportando la circolazione del pallone con movimenti convinti e coraggiosi proprio dei terzi di difesa, in questo caso con il giovane Scalvini, giocando con più convinzione nella rotazione dei suoi uomini sulle catene laterali e, in generale di tutta la squadra. Sempre in questa situazione vediamo come sulla destra si formi una triangolazione e una rotazione tra lo stesso Scalvini, Malinovskyi e Zappacosta per liberare e togliere da ogni marcatura proprio quest'ultimo al cross. 

IMMAGINE 3 - Rotazione e triangolazione sulla corsia di destra, sfruttando l'apporto dei terzi di difesa (Scalvini)

FASE DI NON POSSESSO PALLA

I principi di gioco difensivi dell'Atalanta sono ormai noti agli appassionati di calcio. Le marcature a uomo e l’aggressività estrema, in ogni zona e a qualsiasi altezza del campo, sono alla base di uno stile difensivo unico alla quale non tutti i difensori sono in grado di saper adattarsi. 
Il riferimento principale è l’avversario e ai difensori centrali è chiesto di uscire con aggressività in avanti, senza preoccuparsi troppo di quello che succede alle loro spalle. Basta guardare l'immagine 4 per capire di cosa sto parlando. In area di rigore non si va a coprire lo spazio, ma i difensori della Dea vanno in marcatura stretta sui due attaccanti del Genoa. Alle loro spalle, in area, c'è il vuoto.

IMMAGINE 4 - L'Atalanta difende utilizzando l'avversario come riferimento principale e non la copertura degli spazi

L'Atalanta ha un sistema che non prevede di difendere la porta occupando gli spazi in cui potrebbe avanzare la manovra avversaria, e la stabilità è data soprattutto dalla capacità in marcatura dei difensori e del loro tempismo negli anticipi. È ovviamente un modo di difendere molto rischioso. Ogni marcatura saltata, o un ritardo nella pressione su chi ha la palla, crea squilibri a cui è spesso difficile trovare un rimedio. Ad esempio, nell'immagine 5 di seguito, l'Atalanta ha appena perso il possesso della palla. C'è una riaggressione feroce da parte dei giocatori nerazzurri. Siamo oltre il cerchio del centrocampo e possiamo notare come due terzi della difesa siano vicini alla palla, nonostante la zona di campo sia molto avanzata. Parlo di Palomino e Scalvini che difendono in avanti cercando l'anticipo per sporcare e disturbare la riconquista del Genoa. Un atteggiamento sempre molto offensivo nonostante il possesso sia nei piedi avversari. Un qualcosa di quasi unico nel calcio italiano che pochi altri imitano, tra questi il Torino di Ivan Juric, da sempre discepolo di Gasperini. 

IMMAGINE 5 - I difensori dell'Atalanta difendono in avanti, andando ad aggredire per cercare l'anticipo

L'atteggiamento dell'Atalanta, in fase di non possesso palla, è sempre molto attivo. Nell'immagine 6 troviamo la prima costruzione del Genoa e la disposizione dei giocatori della Dea per frapporsi allo sviluppo avversario. Notiamo una sorta di trapezio con la squadra che cerca di indirizzare la pressione sulle corsie laterali, dove poi arriva anche il raddoppio alle spalle. Centralmente troviamo Pašalić che ha il compito di togliere i rifornimenti al metodista avversario. Muriel, invece, lavora ‘da pendolo’ per impedire il passaggio orizzontale tra i due difensori del Genoa, costringendoli a rilanciare per forza in avanti e con minor precisione.

IMMAGINE 6 - La disposizione dell'Atalanta sul giro palla avversario. Pressione alta e indirizzata, con Pašalić in oscuramento sul metodista avversario
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