Il grande ex di Bologna e Inter Julio Cruz ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, nella quale ha sviluppato le sue percezioni sul momento dei rossoblu dopo il pareggio per 2-2 contro l’Inter a San Siro.
Di seguito le sue parole.
D Thiago Motta a Vincenzo Italiano, il Bologna è riuscito a cavalcare le ali del successo nonostante il cambio di allenatore che tanto spaventava tifosi e non solo. A riguardo commenta: “Non va dimenticato quello che Motta ha costruito nella passata stagione, una stagione fantastica nella quale sono state poste delle basi importanti, ma non c’è dubbio che Vincenzo Italiano abbia saputo fare un grande lavoro. La squadra gioca, lo segue, ha saputo proseguire il lavoro fatto, installando anche principi diversi.”
Era successa la stessa cosa ai nerazzurri: “L’Inter di Mourinho ha fatto la storia, ma prima Mancini fece un lavoro pazzesco. Un lavoro anche per certi versi propedeutico. Quindi le cose spesso vanno per gradi e lo sapevo che a Italiano serviva solo tempo, perché le basi costruite dalla società, e dai giocatori che sono rimasti, hanno edificato principi solidi.”
La prestazione dei rossoblu sul campo dell’Inter ha sottolineato come la squadra possa tenere testa anche alle più grandi, reggendo il gioco fino all’ultimo minuto. “Testa alta: è l’immagine perfetta. Il Bologna non solo non ha paura dell’Inter pur giocando a San Siro, ma ha giocato come se tutto fosse alla pari, dal primo all’ultimo, pur riconoscendo ai nerazzurri due assenze importanti come Calha e Mkhitaryan.”
Un cambiamento decisamente importante rispetto ad inizio campionato: “Serviva recuperare giocatori, serviva tempo affinché chi c’era imparasse le volontà del tecnico e chi arrivava dal mercato che si inserisse. Lo dissi in tempi non sospetti: dategli tempo, Italiano mi è sempre piaciuto e si vede che ha la capacità di dare una personalità alle proprie squadre. Ha sempre fatto così.”
Va sottolineato che Vincenzo Italiano ha cambiato alcuni aspetti del suo gioco rispetto a quando lavorava in viola: “Alcune cose si. M soprattutto si vede che ha lavorato tanto sull’avversario, ha studiato la gara. Motta magari era più attendista, e il suo bel calcio fatto a Bologna non va cancellato, ma il Bologna di oggi non si è mai messo dietro, è sempre andato a stanare l’avversario. E ha fatto la partita. Motta ha fatto un grande lavoro a suo modo, Italiano ha creato il proprio secondo i suoi principi. E’ visibile.”
E in pochi, a inizio anno, credevano di riuscire a compiere una campionato simile e ritrovarsi in quella zona di classifica dopo 19 gare: “Pochissimi, me lo ricordo. Ma non ha mai abbandonato, anche a San Siro, due concetti: fare calcio veloce e coi giocatori sempre in movimento.”
Il merito di queste prestazioni va sicuramente al lavoro di squadra, ma ci sono alcuni singoli che si ritagliano uno spazio privilegiato per le loro qualità. I due argentini danno filo da torcere: “Castro ha carattere, ha sempre voglia, fa il suo e non si mette mai a litigare. Ci mette la personalità, si fa rispettare ma senza mai andare oltre. E trascina. Lo vedo sereno e convinto di quello che fa. Gioca e fa giocare. Gli argentini nel Bologna funzionano e sono felice di questo. La personalità e la classe di Dominguez a San Siro non si è vista: ma anche lì applaudo Italiano. I ragazzi vanno fatti crescere per gradi e se lo ha tenuto fuori per tutta la gara evidentemente ha pensato anche a un concetto di protezione, oltre che di impegni. Il ragazzo vale. E vale un bel po’.”
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