Alla vigilia del derby dell'Appennino tra Fiorentina e Bologna, in programma domani alle ore 12.30, il tecnico rossoblù Siniša Mihajlović ha parlato in conferenza stampa a Casteldebole per presentare il match dell'Artemio Franchi.

Sarei molto contento di arrivare a sinistra, con l'atteggiamento giusto e magari provando a far sbocciare qualche giovane. Nelle ultime 3 partite ci siamo rialzati. Penso che questo sia stato un piccolo momento positivo per noi. E' vero che forse si poteva fare di più, ma abbiamo affrontato due squadre, come Spezia e Salernitana, che rischiano di retrocedere e non è mai facile. Torino? E' stato un avversario molto ostico, è una squadra che ti fa tirare poco in porta e in questo è una delle top in Europa. Domani si alza ulteriormente la difficoltà e sarà altro step da affrontare. Stiamo scalando una montagna e abbiamo tre strade davanti a noi: la prima è quella di mollare quando vediamo che la montagna è troppa alta. La seconda è quella più ambiziosa ed intelligente e consiste nel modificare noi stessi per superare e passare il percorso della montagna. La terza rappresenta quelle difficoltà nel percorso che non vengono superate e quindi si cercano alibi e scuse per il mancato superamento. A me piace fare autoanalisi, e ritengo giusto cambiare il proprio modo di essere, diventare adulti e non più bambini: questo lo dico spesso anche ai miei ragazzi. Loro devono essere più responsabili e in grado di superare le difficoltà. Così facendo avremo la speranza di centrare il nostro obiettivo.

Sulla Fiorentina: "La Fiorentina è una squadra forte e di livello. Dopo aver venduto Vlahovic, hanno preso nuovi giocatori spendendo tanto. Pressano, giocano bene, in velocità: sono molto forti. La partita di andata è stata decisa soprattutto dalle palle inattive, con una punizione e un rigore, ma avevamo giocato bene. I nostri due gol sono stati infatti costruiti da due azioni bellissime. Domani ci aspetterà un ambiente ostile e caldo. I ragazzi si sono allenati bene in settimana e per questo siamo fiduciosi. Loro ci metteranno sotto ma ci concederanno anche occasioni. È una squadra che crea ma che rischia. Sarà una partita aperta. Tornare al Franchi? All'epoca avevo ancora i capelli! Ormai sono passati undici anni da quando allenavo lì, tornarci mi fa sempre piacere, come da qualsiasi parte in realtà".

Io sostengo che si debba far imparare la lingua in sei mesi, per integrarsi. Io in sei mesi sapevo parlare e mi sono trovato bene imparando la lingua con una maestra d'italiano. Adesso ci sono 22 stranieri su 25 effettivi in rosa, un tempo era l'esatto opposto. Adesso è oggettivo dire che c'è un problema di comunicazione, perché non sai mai cosa arriva veramente ai giocatori. O parliamo tutti inglese come si fa nel basket oppure ci possono essere dei problemi. Culturalmente poi ci sono differenze importanti.”

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