La stagione del Bologna di Vincenzo Italiano sta incontrando diverse difficoltà a livello di risultati, seppur a livello di gioco siano arrivati notevoli miglioramenti. Per gli emiliani sono arrivati sei pareggi nelle prime otto partite, molti dei quali manifestano dei cali importanti che sono costati dei punti preziosi. Genova è soltanto l’ultimo esempio.
Una delle difficoltà palesatesi sotto le due Torri sono i gol degli attaccanti, che stentano ancora ad arrivare con continuità, anche se nell’ultima partita sono arrivati segnali incoraggianti da Orsolini e Odgaard in questo senso.
Un calciatore che è ancora a secco di gol per gli emiliani è Dan Ndoye, esterno svizzero classe 2000. Proprio di ciò e di tanto altro quest’ultimo ha parlato in un’intervista rilasciata a Repubblica. Andiamo a riportare quanto dichiarato.
Ecco le parole di Ndoye circa la trasferta di Genova, da cui è stato esentato, e sulla sfida di domani al Villa Park contro l’Aston Villa in Champions League:
Sarebbe stato importante fare un buon risultato a Genova. Lo meritavamo, è un momento così. Ma non si puo’ puntare su una sola gara, giochiamo ogni tre giorni e abbiamo subito un’altra chance per rifarci. Giochiamo bene, la strada è giusta
Sul timore di perdere la magia:
No. Abbiamo fatto una stagione magnifica ma non bisogna pensarci più. La maggior parte dei giocatori sono gli stessi, la città è la stessa, i tifosi sono gli stessi. La magia tornerà. Ogni squadra ha bisogno di tempo quando arriva un allenatore nuovo per capirlo e mettere in pratica le sue idee. Non eravamo pronti all’inizio della stagione. Adesso stiamo andando molto meglio perché sappiamo cosa vuole Italiano
Su che tipo di partita si aspetta a Birmingham per il suo Bologna in Champions League contro l’Aston Villa
Una partita difficile, è la Champions. L’Aston Villa gioca molto bene con grande intensità con e senza palla, troveremo un ambiente simili ad Anfield ma là abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela con squadre di alto livello
Sulle differenze tra il gioco di Motta e Italiano per le sue caratteristiche e su cosa ha imparato da entrambi:
Con Motta dovevo correre per aprire spazi agli altri. Ora gioco più con la palla al piede e mi piace così. L’anno scorso ho imparato molto sul piano tattico, ho imparato a non perdere palla stupidamente come mi capitava con la Svizzera e che se non c’è spazio, si deve tornare indietro e ricominciare. Poi Motta mi ha insegnato ad essere ogni giorno al 100% in allenamento. Con Italiano lavoro molto di più sull’attacco, come squadra e individuelmente. Come detto questo è il salto che devo fare per perfezionarmi e salire di livello.
Sui gol sbagliati e sui limiti:
So che devo fare più gol e assist. Il gol è la cosa che mi manca di più, ma so che sono sulla buona strada e che le reti arriveranno. Credo nelle mie qualità, mi basta solo farne uno per sbloccarmi e so che posso farcela. Il mio è un limite mentale, ma ripeto: mi basta farne uno e cambierà tutto. Non è paura ma a volte penso troppo davanti alla porta
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